Prende il via un nuovo appuntamento all’interno del blog De..Gusto che ci porterà a conoscere più da vicino le ricette tradizionali della Toscana, andando direttamente in cucina a “rubare” i segreti dello chef. Ad accompagnarci in questo gustoso viaggio un grande gourmet come Gianni Papini patron del ristorante Da Alighiero. Ospite della prima puntata un secondo piatto di grande corpo e sapore come l’anatra in porchetta.
INGREDIENTI
2 petti d’anatra disossati (1,200kg)
5 spicchi d’aglio (affettati finissimi)
2 cucchiaini di finocchio selvatico
2 gambi di rosmarino
Sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE
Condire i petti d’anatra all’interno con le spezie, finocchio e rosmarino, arrotolarli e legarli con filo per arrosto. Riscaldare l’olio in un tegame, insieme all’aglio, rosolare i petti da tutti i lati. Sfumare poi solamente con acqua e coprire i petti fino a metà tegame. Cuocere per circa un’ora e mezza. Infine fare riposare l’anatra per 30 min., affettarla e servirla.
ABBINAMENTO VINO
In abbinamento proponiamo uno Smeriglio dell’Azienda Baracchi, sangiovese 100% che si sposa perfettamente con carni succulente, arrosti di cacciagione e formaggi stagionati.
sabato 13 novembre 2010
giovedì 11 novembre 2010
DE...GUSTO ANTICA TRATTORIA LA BADIA
Per la nuova puntata di De..Gusto abbiamo voluto rendere omaggio all’illustre concittadino Giorgio Vasari, di cui ricorrerà il 500° anniversario nel 2011, andando a mangiare a pochi passi dalla Chiesa SS Flora e Lucilla, custode di alcuni capolavori vasariani, presso l’Antica Trattoria della Badia. Affacciata sull’omonima piazza, addirittura dal 1890, conserva tutt’oggi il fascino del ristorante tipico dove poter assaggiare i piatti della tradizione culinaria toscana. La gestione tutta al femminile, curata dalle padrone di casa Antonella ed Emanuela, aggiunge quel pizzico in più di cordialità e gentilezza che rendono il locale ancor più familiare e accogliente. Il menù davvero molto ampio è un vero e proprio omaggio alla Toscana, come si può ben vedere dagli antipasti dove fanno bella mostra di sé i classici affettati (da assaggiare assolutamente la finocchiona) oppure le gustosissime bruschette, per concludere con i pecorini locali abbinati alle marmellate tutte fatte in casa. I primi piatti, con pasta fatta a mano, variano dal raviolo, allo gnocco (o meglio “chicca” vista la forma più piccola e rotonda), dalla tagliatella alla pappardella (abbinabile ai vari sughi di lepre, cinghiale, funghi e tartufi) senza dimenticare le zuppe tutte di stagione (ideali in previsione del freddo inverno alle porte), come la ribollita, la pappa al pomodoro, con gli ingredienti freschi provenienti dall’orto. La pagina dedicata ai secondi spazia dalla classica grigliata, al coniglio in porchetta, dalla fiorentina fino ad arrivare alla specialità della casa sua maestà la tagliata, accompagnata da contorni quali asparagi, patate arrosto, insalata di campo, ecc. Per i più golosi non potevano mancare i dolci, preparati secondo le antiche ricette della nonna, come il tiramisù (ribattezzato “sparamisù” considerando la condizione del commensale al termine dell’ultimo cucchiaino), la bavarese in numerose varianti, la zuppa inglese ecc. Quanto ai vini la carta presenta le migliori etichette del territorio aretino, con alcuni sconfinamenti nei protettorati del Brunello di Montalcino, del Nobile di Montepulciano e della zona di Bolgheri.
DE..GUSTO CONSIGLIA
Impossibile non dare inizio alle danze con l’antipasto della Badia, ottimo ed abbondante, che dalla possibilità di assaggiare bruschette, affettati e formaggi autoctoni oltre ad una stuzzicante caprese e ad una coreografica “julienne” di pere e pecorini. Proseguiamo con un bis di primi, dai sapori decisi, come le pappardelle alle lepre e i ravioli ai funghi, davvero belli all’occhio e gustosi al palato. Fino ad arrivare alla tagliata, accompagnata da un eccellente tartufo nero di stagione. Dulcis in fundo il giustamente celebrato tiramisù della casa oltre ad un piccolo assaggio di bavarese, affogata nel cioccolato. Ultimo consiglio (per i patiti dei digestivi) provate assolutamente l’amaro della casa (ribattezzato dai noi di De..Gusto) “Rossana”, in onore della famosa caramella dalla carta rossa di cui ricorda il sapore, ideale per mettere la parola fine al lauto pasto.
CONTATTI
Antica Trattoria la Badia
Via Cavour, 7 Arezzo (AR)
Tel. 0575356111
E-mail trattoriadellabadia@libero.it
DE..GUSTO CONSIGLIA
Impossibile non dare inizio alle danze con l’antipasto della Badia, ottimo ed abbondante, che dalla possibilità di assaggiare bruschette, affettati e formaggi autoctoni oltre ad una stuzzicante caprese e ad una coreografica “julienne” di pere e pecorini. Proseguiamo con un bis di primi, dai sapori decisi, come le pappardelle alle lepre e i ravioli ai funghi, davvero belli all’occhio e gustosi al palato. Fino ad arrivare alla tagliata, accompagnata da un eccellente tartufo nero di stagione. Dulcis in fundo il giustamente celebrato tiramisù della casa oltre ad un piccolo assaggio di bavarese, affogata nel cioccolato. Ultimo consiglio (per i patiti dei digestivi) provate assolutamente l’amaro della casa (ribattezzato dai noi di De..Gusto) “Rossana”, in onore della famosa caramella dalla carta rossa di cui ricorda il sapore, ideale per mettere la parola fine al lauto pasto.
CONTATTI
Antica Trattoria la Badia
Via Cavour, 7 Arezzo (AR)
Tel. 0575356111
E-mail trattoriadellabadia@libero.it
DE...GUSTO A SCUOLA
Dopo aver visitato ristoranti, cantine, ecc. abbiamo deciso di tornare “a scuola” più precisamente all’Isituto Angelo Vegni “Capezzine”, a pochi km da Cortona, per conoscere dove e come vengono formati i nuovi talenti della ristorazione italiana . Questo Istituto nasce nel 1883 dal mecenate Angelo Vegni che volle creare, almeno inizialmente, con le sue proprietà una scuola di agricoltura. Attualmente l’Istituto ha ampliato la propria offerta formativa creando un nuovo indirizzo di studio: il professionale alberghiero. Il “ramo alberghiero” nasce nel 2005 con due classi prime, poi grazie all’impegno dei docenti e al buon riscontro tra gli allievi ha raggiunto il traguardo di ben cinque prime classi. Proprio quest’anno sono usciti i primi diplomati in Tecnico della Ristorazione che, in virtù dell’ottima preparazione ricevuta, si sono subito inseriti nel mondo del lavoro. Per conoscere meglio la realtà scolastica abbiamo fatto alcune domande al prof. Carmine Franzese, insegnante di enogastronomia e ristorazione.
Il ruolo nel mondo enogastronomico di un istituto alberghiero oggi?
“Gli istituti alberghieri oggi hanno un ruolo centrale nella promozione e nella valorizzazione sia dei prodotti tipici legati al territorio dove si opera, sia della cultura gastronomica del luogo nonché dei beni culturali presenti intesi come attrattive di richiamo turistico.
L’istituto alberghiero inoltre ha il compito di formare il personale specializzato per le aziende che operano nel settore puntando sempre più alle eccellenze, richieste dal mondo del lavoro che è in continua evoluzione. Svolge, infine, un ruolo di primaria importanza per quanto riguarda le esigenze professionali degli enti pubblici e privati unendoli in un’unica sinergia a scopo comune”.
Perchè scegliere il “Vegni”?
“L’’Istituto Vegni offre due indirizzi strettamente legati tra di loro l’alberghiero e l’agrario. Il primo forma operatori professionisti nei settori turistici ed enogastronomici sia di vendita che di elaborazione e promozione dei prodotti del territorio.
Questi futuri operatori vengono formati per essere pronti ad affrontare le diverse richieste ed esigenze del mondo del lavoro. Molto importante inoltre l’ubicazione strategica dell’Istituto che rimane a cavallo di due regioni e tre province diverse con un bacino di utenza molto ampio. Infine
la possibilità di ospitare nel convitto allievi che provengono da zone ancora più lontane.”
L'importanza dell'inserimento degli allievi nel mondo lavorativo?
“L’inserimento graduale nel mondo del lavoro viene effettuato con formule di alternanza scuola-lavoro direttamente nelle aziende sia pubbliche che private presenti sul territorio regionale, nazionale e internazionale inoltre vengono premiate le eccellenze con gli enti pubblici e associazioni professionali di categoria Questa nuova realtà mira a far conoscere all’allievo il panorama lavorativo della sua zona e non solo e alle aziende a chi rivolgersi secondo le proprie esigenze di lavoro.
Il Vegni punta costantemente a creare questo connubio tra istituzione scolastica e aziende per collocare già da subito i suoi allievi nel mondo lavorativo una volta terminati gli studi.
I futuri progetti dell'Istituto?
“Durante l’anno scolastico la scuola effettua diverse gare competitive a livello professionale, manifestazioni di beneficenza con enti pubblici e varie partecipazioni a fiere enogastronomiche e del settore turistico, enogastronomico e di promozione dei prodotti del territorio. Costantemente ricerchiamo confronti con professionisti del settore e associazioni di categoria per rispondere ed adeguare le programmazioni didattiche dei singoli docenti in relazione alle esigenze dei cambiamenti del mondo del lavoro. L’ultima manifestazione a cui abbiamo partecipato (vedi fotogallery) è stato il 27° Confronto Nazionale Giovani alla Ribalta, svoltosi a Chianciano proprio nel mese di Ottobre, dove con gli allievi di cucina abbiamo presentato una ricetta sul tema Mangiare e Bere Sano, cha ha ricevuto unanimi apprezzamenti”.
Il ruolo nel mondo enogastronomico di un istituto alberghiero oggi?
“Gli istituti alberghieri oggi hanno un ruolo centrale nella promozione e nella valorizzazione sia dei prodotti tipici legati al territorio dove si opera, sia della cultura gastronomica del luogo nonché dei beni culturali presenti intesi come attrattive di richiamo turistico.
L’istituto alberghiero inoltre ha il compito di formare il personale specializzato per le aziende che operano nel settore puntando sempre più alle eccellenze, richieste dal mondo del lavoro che è in continua evoluzione. Svolge, infine, un ruolo di primaria importanza per quanto riguarda le esigenze professionali degli enti pubblici e privati unendoli in un’unica sinergia a scopo comune”.
Perchè scegliere il “Vegni”?
“L’’Istituto Vegni offre due indirizzi strettamente legati tra di loro l’alberghiero e l’agrario. Il primo forma operatori professionisti nei settori turistici ed enogastronomici sia di vendita che di elaborazione e promozione dei prodotti del territorio.
Questi futuri operatori vengono formati per essere pronti ad affrontare le diverse richieste ed esigenze del mondo del lavoro. Molto importante inoltre l’ubicazione strategica dell’Istituto che rimane a cavallo di due regioni e tre province diverse con un bacino di utenza molto ampio. Infine
la possibilità di ospitare nel convitto allievi che provengono da zone ancora più lontane.”
L'importanza dell'inserimento degli allievi nel mondo lavorativo?
“L’inserimento graduale nel mondo del lavoro viene effettuato con formule di alternanza scuola-lavoro direttamente nelle aziende sia pubbliche che private presenti sul territorio regionale, nazionale e internazionale inoltre vengono premiate le eccellenze con gli enti pubblici e associazioni professionali di categoria Questa nuova realtà mira a far conoscere all’allievo il panorama lavorativo della sua zona e non solo e alle aziende a chi rivolgersi secondo le proprie esigenze di lavoro.
Il Vegni punta costantemente a creare questo connubio tra istituzione scolastica e aziende per collocare già da subito i suoi allievi nel mondo lavorativo una volta terminati gli studi.
I futuri progetti dell'Istituto?
“Durante l’anno scolastico la scuola effettua diverse gare competitive a livello professionale, manifestazioni di beneficenza con enti pubblici e varie partecipazioni a fiere enogastronomiche e del settore turistico, enogastronomico e di promozione dei prodotti del territorio. Costantemente ricerchiamo confronti con professionisti del settore e associazioni di categoria per rispondere ed adeguare le programmazioni didattiche dei singoli docenti in relazione alle esigenze dei cambiamenti del mondo del lavoro. L’ultima manifestazione a cui abbiamo partecipato (vedi fotogallery) è stato il 27° Confronto Nazionale Giovani alla Ribalta, svoltosi a Chianciano proprio nel mese di Ottobre, dove con gli allievi di cucina abbiamo presentato una ricetta sul tema Mangiare e Bere Sano, cha ha ricevuto unanimi apprezzamenti”.
DE..GUSTO DA ALIGHIERO
Per la nuova puntata della rubrica De..Gusto abbiamo lasciato le mura della città spingendoci verso la Valtiberina, alla ricerca di un locale tipico in cui riscoprire i sapori tradizionali della cucina toscana. Incastonato all’interno del grazioso paese di Anghiari, uno dei borghi più belli d’Italia, il ristorante Da Alighiero ci ha deliziato con pietanze tutte fatte in casa, dalla pasta, al pane fino ad arrivare ai dolci in un’escalation sublime per gli occhi ed il palato. Il titolare Gianni Papini, con l’ausilio della bravissima cuoca Silvia, ha come “mission” quella di riproporre i classici piatti toscani rivisitandoli per esaltarne sapori e profumi, il tutto con materie prime rigorosamente locali. Si parte con antipasti tipici quali bruschette e salumi, pecorini toscani, con alcune sfiziosità come l’arancio condito con rucola, parmigiano e finocchio oppure il pan brioche caldo con verdure di stagione. I primi piatti variano dalle zuppe, come la ribollita o la pappa al pomodoro, per arrivare ai ravioli di patate al sugo fino alla polenta con baccalà al latte. I secondi di carne spaziano dai bocconcini di filetto al rosmarino, al fegato in padella con salvia per finire con un gustoso prosciutto di maiale in salsa con vinsanto. Il sipario lo tirano gli straordinari dolci, rigorosamente fatti in casa, come il semifreddo con pistacchi e uvette, oppure la buonissima crema al mascarpone senza dimenticare il delizioso cioccolatino, anch’esso creato dall’abilità dello chef, compagno perfetto del conclusivo caffè.
DE..GUSTO CONSIGLIA
Vista e considerata la lunghezza ed eterogeneità del menù alla carta abbiamo deciso di assaggiare più pietanze, cominciando dallo sfizioso pan brioche caldo con verdure di stagione (davvero sublime) oltre a bruschette calde ed un misto di pecorini toscani. Come primo la scelta è caduta su un tris di assaggi: Bringoli ai porcini, Cappello d’alpino con burro caldo e tartufo e, per finire, un Risotto di farro mantecato con formaggio di fossa. A seguire una ricetta della casa come il Petto d’anatra porchettato, che si sposa perfettamente con l’Ardito Baracchi 2003 consigliatoci dal sig. Papini. Per finire, in quanto possessori della “tessera del goloso”, abbiamo voluto esagerare con un triplice dolce: Zuccotto della Silvia, un morbido pan di spagna con mandorle e noci, Panna cotta con purea di frutta fresca di stagione ed una mousse al cioccolato con crema di mascarpone, con una vela di biscotto tutto fatto in casa.
CONTATTI
Ristorante Da Alighiero
Via Garibaldi, 8
52031 Anghiari (Ar)
Tel. 0575/788040
Email. rist-daalighiero@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
DE..GUSTO L'AGANIA
Per la nuova puntata di De..Gusto ci siamo spinti fino a via Mazzini, una delle stradine più caratteristiche ed affascinanti di Arezzo. Proprio nel cuore della città vecchia trova la sua naturale collocazione, addirittura dal 1784, l’Antica Osteria dell’Agania gestita da sempre dalla famiglia Lodovichi. Un ristorante vecchio stile, che da generazione in generazione offre il meglio della cucina toscana facendo sentire l’ospite come a casa propria. La cordialità del signor Antonio, ereditata dai genitori e ancor prima dai nonni, è stata trasferita al primogenito Lapo che nonostante la giovane età è rimasto nel solco tracciato dai suoi predecessori non alterando minimamente le caratteristiche originarie del locale. Varcata lo soglia d’ingresso, facendo ben attenzione ai gradini, sembra di trovarsi all’interno di un quadro di arte culinaria. Sedie in legno, tovaglie a quadri, bottiglie di vino sparse un po’ dappertutto e quei sapori tutti toscani provenienti dalla cucina, creano un’atmosfera davvero unica e impagabile. Il menù, rigorosamente scritto a penna, è ricco di prelibatezze tutte preparate con ingredienti provenienti dal territorio aretino, rispettando la stagionalità dei prodotti. Si comincia con suo maestà il crostino nero, accompagnato dagli straordinari affettati toscani quali il prosciutto, il salame, la finocchiona, passando alla polenta fritta fino ad arrivare al piatto povero per eccellenza: la mitica panzanella. I primi, con pasta tutto fatta a mano, spaziano dalle tagliatelle ai ravioli, dagli gnocchi ai pici conditi a piacere con sugo di cinghiale, anatra, tartufo bianco e nero, fungo, oppure il classico ragù. I secondi piatti non sono da meno, a cominciare dalla trippa all’aretina, i fegatelli, il coniglio in porchetta, senza dimenticare la bistecca alla fiorentina e ad alcune “chicche” quali i grifi e gli zampucci lessi. Il tutto accompagnato da squisiti contorni tra cui patate arrosto, insalata di campo, fagioli all’uccelletto, asparagi di bosco ecc. Se ancora non siete sazi ecco per voi una bella carrellata di dolci, dal tiramisù, alla zuppa inglese, passando per le crostate e le altre torte fatte in casa fino al classico binomio di fine pasto composto da cantucci e vin santo.
DE..GUSTO CONSIGLIA
Trovandosi all’interno di una tipica osteria toscana abbiamo optato per un menù davvero autoctono. Come antipasto la scelta è obbligata, crostini misti ed affettati con saccheggio furibondo del cestino del pane. Primo piatto dai sapori decisi con pici al cinghiale seguiti (non subito però per poter far carburare il motore) da una succulenta bistecca alla fiorentina, rigorosamente al sangue, accompagnata da fagioli all’uccelletto e patate arrosto. Dulcis in fondo una bella torta della nonna casalinga cui segue a ruota la coppia Cantucci/Vin Santo. Da bere (a disposizione abbiamo le migliori etichette toscane e non solo) decidiamo di affidarci al vino della casa dirottandoci su un buon Syrah di Cortona. Buon appetito a tutti!!!
CONTATTI
Antica Osteria l'Agania
Vai Mazzini, 10 Arezzo
Tel 0575.295381
E-mail info@agania.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
DE..GUSTO CONSIGLIA
Trovandosi all’interno di una tipica osteria toscana abbiamo optato per un menù davvero autoctono. Come antipasto la scelta è obbligata, crostini misti ed affettati con saccheggio furibondo del cestino del pane. Primo piatto dai sapori decisi con pici al cinghiale seguiti (non subito però per poter far carburare il motore) da una succulenta bistecca alla fiorentina, rigorosamente al sangue, accompagnata da fagioli all’uccelletto e patate arrosto. Dulcis in fondo una bella torta della nonna casalinga cui segue a ruota la coppia Cantucci/Vin Santo. Da bere (a disposizione abbiamo le migliori etichette toscane e non solo) decidiamo di affidarci al vino della casa dirottandoci su un buon Syrah di Cortona. Buon appetito a tutti!!!
CONTATTI
Antica Osteria l'Agania
Vai Mazzini, 10 Arezzo
Tel 0575.295381
E-mail info@agania.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
DE..GUSTO IN VISITA A BADIA DI CAMPOLEONE
La nuova puntata della rubrica De…Gusto vi porta a scoprire, a pochi km dalla città di Arezzo, un luogo di antico fascino dove la storia va a braccetto con i più moderni concetti di ricettività e gastronomia in un connubio perfetto. LA STRUTTURA
Badia di Campoleone deve la sua struttura attuale al nobile aretino Ludovico Bacci, che sulle rovine della antica chiesa e castello, fece costruire intorno al 1700 l’attuale villa. Residenza di grande prestigio e sapore internazionale, ha ospitato nelle sue camere principi e re, come Vittorio Emanuele II, oltre a cardinali e futuri papi tra cui Leone XIII.
Attualmente il complesso e’ composto dalla grande villa settecentesca, da altri tre importanti edifici annessi della stessa epoca (dove è possibile soggiornare in occasione di viaggi d’affari o di piacere), da un ex mulino posto ad un livello sottostante e per finire dallo stupendo parco che circonda la tenuta dove gli ospiti possono rilassarsi al termine di una riunione di lavoro o più semplicemente dopo un bella escursione sul territorio aretino.
Il fiore all’occhiello del resort è sicuramente la cucina, che con sofisticata semplicità ripropone piatti della tradizione toscana e della cucina mediterranea attraverso un nuovo concetto di ristorazione. Proprio per andare incontro al gusto dei clienti Badia di Campoleone offre un’ampia scelta di ambienti e stili di cucina:
- Il Ristorante Creativo, elegante e sofisticato, con menù mediterranei e toscani rivisitati, ed una particolare ricercatezza nella cura e presentazione dei piatti.
- L’Osteria Toscana, rustica e piacevole, con un’antica sala dove, intorno ad un camino risalente al ‘500, troverete sempre un fuoco scoppiettante, ed un ricchissimo menù, tipicamente toscano.
- L’Enoteca con il suo tetto a volta di antiche pietre, con le oltre 500 etichette di vini toscani, nazionali, ed internazionali, vi consentirà di degustare un superbo vino, una variegata offerta di crostini e bruschette tipiche, un tagliere di pregiati formaggi e salumi della migliore tradizione della Norcineria toscana, oltre alle tante altre specialità.
- La Terrazza ideale per eventi da 50 a 180 persone, spazio aperto con tensostruttura e tende bianche, su di un terrazza affacciata sul bosco in occasione di cerimonie e ricorrenze varie.
- La Piscina del parco, con il suo bar, i suoi salottini, ed il suo giardino, è il naturale scenario per feste con musica dal vivo o delicati barbecue.
DE..GUSTO CONSIGLIA
Luogo ideale per una cena romantica a lume di candela, ovvero per una piccola “riunione enogastronomica” con gli amici fino ad arrivare a grandi eventi quali comunioni, matrimoni ecc., Badia di Campoleone è uno scrigno pieno di sorprese tutte da scoprire. Proprio per questo vi consigliamo di soddisfare il vostro palato con lo speciale menù degustazione “ I SAPORI DELLA TOSCANA”, che vi consentirà di assaggiare i migliori prodotti della norcineria toscana, come il prosciutto ed il pecorino del Casentino, i caprini della Maremma, le straordinarie bruschette con olio fresco di spremitura, il tutto accompagnato da tre calici di vini selezionati per voi da un esperto sommelier.
CONTATTI
Badia Di Campoleone Green Resort |
Loc. Castelluccio 38
52010 Capolona – Arezzo
Tel. 0575 451561
E-mail info@badiacampoleone.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Badia di Campoleone deve la sua struttura attuale al nobile aretino Ludovico Bacci, che sulle rovine della antica chiesa e castello, fece costruire intorno al 1700 l’attuale villa. Residenza di grande prestigio e sapore internazionale, ha ospitato nelle sue camere principi e re, come Vittorio Emanuele II, oltre a cardinali e futuri papi tra cui Leone XIII.
Attualmente il complesso e’ composto dalla grande villa settecentesca, da altri tre importanti edifici annessi della stessa epoca (dove è possibile soggiornare in occasione di viaggi d’affari o di piacere), da un ex mulino posto ad un livello sottostante e per finire dallo stupendo parco che circonda la tenuta dove gli ospiti possono rilassarsi al termine di una riunione di lavoro o più semplicemente dopo un bella escursione sul territorio aretino.
Il fiore all’occhiello del resort è sicuramente la cucina, che con sofisticata semplicità ripropone piatti della tradizione toscana e della cucina mediterranea attraverso un nuovo concetto di ristorazione. Proprio per andare incontro al gusto dei clienti Badia di Campoleone offre un’ampia scelta di ambienti e stili di cucina:
- Il Ristorante Creativo, elegante e sofisticato, con menù mediterranei e toscani rivisitati, ed una particolare ricercatezza nella cura e presentazione dei piatti.
- L’Osteria Toscana, rustica e piacevole, con un’antica sala dove, intorno ad un camino risalente al ‘500, troverete sempre un fuoco scoppiettante, ed un ricchissimo menù, tipicamente toscano.
- L’Enoteca con il suo tetto a volta di antiche pietre, con le oltre 500 etichette di vini toscani, nazionali, ed internazionali, vi consentirà di degustare un superbo vino, una variegata offerta di crostini e bruschette tipiche, un tagliere di pregiati formaggi e salumi della migliore tradizione della Norcineria toscana, oltre alle tante altre specialità.
- La Terrazza ideale per eventi da 50 a 180 persone, spazio aperto con tensostruttura e tende bianche, su di un terrazza affacciata sul bosco in occasione di cerimonie e ricorrenze varie.
- La Piscina del parco, con il suo bar, i suoi salottini, ed il suo giardino, è il naturale scenario per feste con musica dal vivo o delicati barbecue.
DE..GUSTO CONSIGLIA
Luogo ideale per una cena romantica a lume di candela, ovvero per una piccola “riunione enogastronomica” con gli amici fino ad arrivare a grandi eventi quali comunioni, matrimoni ecc., Badia di Campoleone è uno scrigno pieno di sorprese tutte da scoprire. Proprio per questo vi consigliamo di soddisfare il vostro palato con lo speciale menù degustazione “ I SAPORI DELLA TOSCANA”, che vi consentirà di assaggiare i migliori prodotti della norcineria toscana, come il prosciutto ed il pecorino del Casentino, i caprini della Maremma, le straordinarie bruschette con olio fresco di spremitura, il tutto accompagnato da tre calici di vini selezionati per voi da un esperto sommelier.
CONTATTI
Badia Di Campoleone Green Resort |
Loc. Castelluccio 38
52010 Capolona – Arezzo
Tel. 0575 451561
E-mail info@badiacampoleone.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
DE..GUSTO TIRATARI VILLA LA RIPA
Villa la Ripa, con il suo gentilissimo padrone di casa dr. Saverio Luzzi, accoglie il ritorno della rubrica De..Gusto (dopo la lunga pausa estiva) portandoci indietro nel tempo fino al periodo etrusco romano quando il proprietario di allora, Marco Peconio, conservava il “nettare degli dei” in anfore e giare, ancora oggi visibili presso il museo etrusco di Arezzo….
VILLA LA RIPA
TIRATARI
L' Azienda
All’interno di una splendida villa rinascimentale, costruita sul colle di Pecognano, l’arte della vigna si tramanda da secoli. Il primo fu Marco Peconio (II sec. D.C.), nome derivante da Pacho, dio del vino Bacco in etrusco. Un secolo dopo la proprietà dell’abitazione passò alla famiglia Ricoveri, che vi innalzò un palazzo fortificato con annessa torre ancora oggi visibile. La forma attuale della villa si deve però ai Gualtieri, importante casato di poeti, cardinali e viticoltori del rinascimento. Nell’Ottocento, in seguito all’invasione di Arezzo da parte delle truppe napoleoniche, la villa fu sequestrata e messa all’asta con il successivo acquisto da parte degli Ubertini, nobile famiglia aretina il cui più noto esponente risponde al nome di Guglielmo degli Ubertini, vescovo e condottiero deceduto nella famosa battaglia di Campaldino l’11 giugno 1289. All’inizio del secolo passato la proprietà passò ai Bucchi, che svilupparono ulteriormente la coltura dell’olio e della vita, piantando la più vecchia delle vigne attualmente presenti in azienda. Fino ad arrivare alla famiglia Luzzi, che ha voluto rimanere nel solco della tradizione vitivinicola puntando tutto sulla qualità del vino con due grandi prodotti quali il Tiratari, il cui nome è stata scelto personalmente dalla figlia Claudia, e lo Psycho, facilmente ricollegabile alla professione medica esercitata dal padrone di casa. Le vigne dell’azienda La Ripa, esposte a sud-ovest, sono ricomprese nella zona Chianti d.o.c.g. Colli Aretini su un terreno in lieve pendio,a medio impasto, abbastanza ventoso, compreso tra due piccoli torrenti. La vigna più antica presenta la varietà tradizionale del Sangiovese, del Canaiolo, del Trebbiano, della Malvasia oltre al Grechetto. Le nuove vigne invece presentano anche vitigni internazionali quali il Merlot, il Cabernet Sauvignon, lo Shiraz e lo Chardonnay. Obiettivo primario mantenere da un lato la tradizione del Chianti e dall’altro andare oltre confine sulla falsariga dei più grandi Supertuscan.
Il Vino
Il Tiratari è un vino ottenuto in prevalenza da uve Sangiovese, con l’aggiunta di Merlot e piccole quantità di Shiraz. Il primo anno di produzione, dieci anni fa, ha subito dimostrato come la scelta iniziale del dott. Luzzi, privilegiare la qualità con un numero di bottiglie ridotto, sia stata azzeccata in pieno come dimostrano i pochi “esemplari” rimasti in cantina. Le annate successive hanno visto crescere il livello qualitativo del Tiratari, con riconoscimenti da parte delle migliori guide italiane quali Veronelli, Gambero Rosso, l’Espresso, Luca Maroni, ecc che hanno apprezzato l’imprinting dell’azienda basato sulla attenta selezione dell’uva ed un lavoro certosino all’interno della cantina.
Caratteristiche
• Zona di produzione: Arezzo
• Vitigno: Sangiovese 80%, Merlot 18%,Shiraz 2%.
• Sistema di allevamento: cordone speronato
• Vinificazione: Pigiadiraspatura seguita da 25 giorni di permanenza sulle bucce.
• Affinamento: 8-10 mesi in barriques di rovere francese di Allier e 12 mesi in bottiglia.
• Epoca di Vendemmia: 1-10 Ottobre
• Gradazione alcolica: 13 - 13.5% Vol.
Abbinamenti
L’intensità del Tiratari si sposa benissimo con un piatto tipico della cucina toscana, ormai celebre in tutto il mondo, quale la bistecca alla fiorentina rispettando la tradizione che richiede un cottura al sangue eventualmente accompagnata da contorni quali patate arrosto, fagioli, o altra verdura di stagione.
Parere del Sommelier
All'occhio di color rosso rubino intenso e brillante. Dall’esame olfattivo si percepiscono profumi intensi di spezie, legno aromatico e frutta rossa. Infine in bocca il vino si presenta elegante, morbido, armonioso, persistente con tannini morbidi ma decisi.
Contatti
Villa La Ripa di Saverio, Adriana e Claudia Luzzi
Loc. Antria, 38
52100Arezzo
Tel. 0575315118
www.villalaripa.it
VILLA LA RIPA
TIRATARI
L' Azienda
All’interno di una splendida villa rinascimentale, costruita sul colle di Pecognano, l’arte della vigna si tramanda da secoli. Il primo fu Marco Peconio (II sec. D.C.), nome derivante da Pacho, dio del vino Bacco in etrusco. Un secolo dopo la proprietà dell’abitazione passò alla famiglia Ricoveri, che vi innalzò un palazzo fortificato con annessa torre ancora oggi visibile. La forma attuale della villa si deve però ai Gualtieri, importante casato di poeti, cardinali e viticoltori del rinascimento. Nell’Ottocento, in seguito all’invasione di Arezzo da parte delle truppe napoleoniche, la villa fu sequestrata e messa all’asta con il successivo acquisto da parte degli Ubertini, nobile famiglia aretina il cui più noto esponente risponde al nome di Guglielmo degli Ubertini, vescovo e condottiero deceduto nella famosa battaglia di Campaldino l’11 giugno 1289. All’inizio del secolo passato la proprietà passò ai Bucchi, che svilupparono ulteriormente la coltura dell’olio e della vita, piantando la più vecchia delle vigne attualmente presenti in azienda. Fino ad arrivare alla famiglia Luzzi, che ha voluto rimanere nel solco della tradizione vitivinicola puntando tutto sulla qualità del vino con due grandi prodotti quali il Tiratari, il cui nome è stata scelto personalmente dalla figlia Claudia, e lo Psycho, facilmente ricollegabile alla professione medica esercitata dal padrone di casa. Le vigne dell’azienda La Ripa, esposte a sud-ovest, sono ricomprese nella zona Chianti d.o.c.g. Colli Aretini su un terreno in lieve pendio,a medio impasto, abbastanza ventoso, compreso tra due piccoli torrenti. La vigna più antica presenta la varietà tradizionale del Sangiovese, del Canaiolo, del Trebbiano, della Malvasia oltre al Grechetto. Le nuove vigne invece presentano anche vitigni internazionali quali il Merlot, il Cabernet Sauvignon, lo Shiraz e lo Chardonnay. Obiettivo primario mantenere da un lato la tradizione del Chianti e dall’altro andare oltre confine sulla falsariga dei più grandi Supertuscan.
Il Vino
Il Tiratari è un vino ottenuto in prevalenza da uve Sangiovese, con l’aggiunta di Merlot e piccole quantità di Shiraz. Il primo anno di produzione, dieci anni fa, ha subito dimostrato come la scelta iniziale del dott. Luzzi, privilegiare la qualità con un numero di bottiglie ridotto, sia stata azzeccata in pieno come dimostrano i pochi “esemplari” rimasti in cantina. Le annate successive hanno visto crescere il livello qualitativo del Tiratari, con riconoscimenti da parte delle migliori guide italiane quali Veronelli, Gambero Rosso, l’Espresso, Luca Maroni, ecc che hanno apprezzato l’imprinting dell’azienda basato sulla attenta selezione dell’uva ed un lavoro certosino all’interno della cantina.
Caratteristiche
• Zona di produzione: Arezzo
• Vitigno: Sangiovese 80%, Merlot 18%,Shiraz 2%.
• Sistema di allevamento: cordone speronato
• Vinificazione: Pigiadiraspatura seguita da 25 giorni di permanenza sulle bucce.
• Affinamento: 8-10 mesi in barriques di rovere francese di Allier e 12 mesi in bottiglia.
• Epoca di Vendemmia: 1-10 Ottobre
• Gradazione alcolica: 13 - 13.5% Vol.
Abbinamenti
L’intensità del Tiratari si sposa benissimo con un piatto tipico della cucina toscana, ormai celebre in tutto il mondo, quale la bistecca alla fiorentina rispettando la tradizione che richiede un cottura al sangue eventualmente accompagnata da contorni quali patate arrosto, fagioli, o altra verdura di stagione.
Parere del Sommelier
All'occhio di color rosso rubino intenso e brillante. Dall’esame olfattivo si percepiscono profumi intensi di spezie, legno aromatico e frutta rossa. Infine in bocca il vino si presenta elegante, morbido, armonioso, persistente con tannini morbidi ma decisi.
Contatti
Villa La Ripa di Saverio, Adriana e Claudia Luzzi
Loc. Antria, 38
52100Arezzo
Tel. 0575315118
www.villalaripa.it
mercoledì 10 novembre 2010
DE..GUSTO CHIANTI RISERVA D.O.C.G. FATTORIA TERRANUOVA

FATTORIA TERRANUOVA
Chianti Riserva d.o.c.g. 2006
L'AZIENDA
Dal 1989 l’imprenditore Renato Trippi conduce l’Azienda Agraria Fattoria Terranuova, una delle realtà produttive del territorio valdarnese, che affonda le sue radici nelle basi poste dalle famiglie “Barone Ricasoli” e “Marchesi Canevaro”.
I terreni ed il centro aziendale della Fattoria Terranuova ricadono interamente nel Comune di Terranuova Bracciolini, alle pendici del Pratomagno, per una superficie di 130 ettari.
I terreni, prevalentemente collinari, di medio impasto e di varia natura, rappresentano l’habitat ideale per la coltivazione della vite e la produzione di uve di qualità, quali Sangiovese, Malvasia del Chianti, Trebbiano Toscano e Canaiolo Nero, dando così origine ad un eccellente Chianti d.o.c.g., ad ottimi vini Igt Toscano rosso e bianco, alla “Grappa dell’Inferno” ed al pregiato Vin Santo del Chianti.
Nella cantina dell’Azienda, dotata di una capacità di oltre 6.000 ettolitri e di una vinsantaia di circa 80 ettolitri, con una potenzialità di circa 200/300 mila bottiglie, si svolge il ciclo completo di produzione del vino, dalla vinificazione all’imbottigliamento, passando per l’invecchiamento in medie botti di rovere.
Nel cuore della Fattoria Terranuova si trova inoltre un allevamento di bovini a prevalenza di razza Chianina (circa 140 capi) iscritta all’albo genealogico con relativa trasformazione e vendita; quindi oltre ai vini e ad un eccellente Olio Extra Vergine di Oliva, l’azienda produce carni di alta qualità che vengono vendute presso il proprio punto vendita “Negozio della Salute”, garantendo la loro tracciabilità e genuinità.
Il VINO
Il Chianti Riserva docg 2006 è un vino ottenuto in prevalenza da uve Sangiovese e da piccole quantità di Canaiolo nero, Trebbiano Toscano e Malvasia. I vigneti, tutti accorpati, sono orientati a mezzogiorno, particolarmente adatti a produrre uve di alta qualità che donano al vino eccellenti caratteristiche gusto-olfattive (vedi “L’annuario dei Migliori Vini d’Italia 2010” di Luca Maroni” 84/100).
CARATTERISTICHE
• Zona di produzione: Terranuova Bracciolini (AR)
• Uvaggio: 85% Sangiovese – 5% Canaiolo Nero – 8% Trebbiano Toscano e Malvasia del Chianti – 2% altre uve a bacca rossa.
• Altitudine: 170/250 m s.l.m.
• Sistema di allevamento: spalliera, guyot e cordone speronato.
• Periodo di vendemmia: dall’ultima settimana di settembre a metà ottobre.
• Maturazione: vasche di cemento e contenitori in acciaio inox.
• Affinamento: in botti di rovere per circa 12 mesi, in bottiglia per 6 mesi.
• Gradazione alcolica: 13,5 % Vol.
ABBINAMENTI
Si abbina molto bene con arrosti e carni alla brace, cacciagione e formaggi stagionati. Inoltre, in occasione del progetto “Un vino per lo Stufato alla Sangiovannese”, presieduto da una commissione di Degustatori Ufficiali A.I.S. di Arezzo, abilitati per l’abbinamento cibo-vino, il Chianti Riserva d.o.c.g. 2006 è stato selezionato tra i primi quattro vini che hanno creato l’abbinamento più “armonico”.
PARERE DELL’ENOLOGO
Si presenta di un colore rosso rubino di buona intensità con riflessi granati. Un bouquet deciso colpisce l’olfatto, regalando profumi di frutta rossa matura accompagnati da alcune note di speziatura, queste ultime esaltate dal passaggio in botti di rovere. Gusto morbido e fine.
Vino equilibrato, di buona struttura con tannino ben bilanciato.
PREZZO INDICATIVO
Euro 9,90 a bottiglia (al pubblico)
CONTATTI
Fattoria Terranuova di Renato Trippi
V.le Piave, 6
52028 TERRANUOVA B.NI (AR)
Tel e fax: 055 9738130
www.fattoriaterranuova.it
e-mail: info@fattoriaterranuova.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
DE..GUSTO IL POGGIONE BORGO CASIGNANO

BORGO CASIGNANO
Poggione
L' AZIENDA
La storia del vino e dell’agricoltura a Casignano ha origini millenarie e oggi è legata a quella della famiglia Zappa che vi risiede in stabile dimora dal 1981.
Borgo Casignano è un produttore biologico che pratica l’Agriturismo nel più profondo rispetto della natura e delle tradizioni toscane. L’azienda, situata sui Monti del Chianti tra i 300 e i 500 metri d’altitudine, ha un’estensione di circa 60 ettari coltivati a vigneto, uliveto e frutteto. I vini prodotti sono il frutto esclusivo delle proprie uve. I vitigni impiantati sono per più dell’80% di origine autoctona. L’obiettivo è di potenziare al massimo l’equilibrio tra natura, tradizione, materiali utilizzati e le più moderne tecniche di vinificazione ….e offrire vacanze da sogno.
I cloni dei vitigni autoctoni impiantati (Sangiovese, Canaiolo, Malvasia, Trebbiano) sono quelli che meglio si adattano alle caratteristiche del terreno e alla sua esposizione solare. Ad essi si affiancano, per differenziare la produzione, alcuni vitigni “internazionali” come: Merlot, Cabernet, Gamay e Chardonnay.
La vendemmia con raccolta manuale in cassetta, data l’altitudine ed i diversi vitigni, si protrae da fine agosto a metà ottobre. Particolare attenzione è posta in cantina nel seguire tutti i processi di fermentazione e trasformazione. In una continua e costante ricerca della massima qualità si affiancano le più antiche usanze locali e l’utilizzo delle moderne tecniche di vinificazione: ossigenazioni calibrate, controllo delle temperature, batteri, tannini selezionati e, se necessario, i salassi. L’immissione dei solfiti è ridotta al minimo necessario per preservare il prodotto e rimane sempre ben di sotto i limiti imposti dalla stringente normativa di vinificazione biologica.
L’affinamento avviene normalmente in acciaio con brevi passaggi in botti grandi di rovere francese.
Il VINO
Il Poggione nasce da un’accurata scelta delle uve di Borgo Casignano. I radi grappoli di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, ben maturi, fanno di questo vino un prodotto di eccellenza tra i vini rossi toscani come dimostra la menzione ricevuta dalla Regione Toscana al Vinitaly 2007 oltre alle ottime recensioni del Gambero Rosso (1 bicchiere), Vini buoni d’Italia (87/100) e Luca Maroni (83/100).
CARATTERISTICHE
• Zona di produzione: Borgo Casignano, Monti del Chianti. Cavriglia (Arezzo)
• Vitigno:Sangiovese 50% Cabernet Sauvignon 25% e Merlot 25%
• Vinificazione: Macerazione delle uve in tini di acciaio con termoregolazione tra i 24° e i 34° C per un periodo di circa venti-venticinque giorni. In seguito, eseguita la microssigenazione per un mese e terminata la fermentazione malo lattica, vi è la permanenza in vasche d’acciaio fino all’imbottigliamento. Le bottiglie coricate rimangono in affinamento per un anno prima di essere commercializzate.
• Gradazione alcolica: mediamente 13,5 gradi
ABBINAMENTI:
Si sposa perfettamente con antipasti a base di salumi, secondi piatti di carne quali brasati ed arrosti senza disdegnare la cacciagione.
PARERE DELL’ENOLOGO
All'occhio si presenta di colore rosso brillante con riflessi purperei, al naso si percepisce un intenso profumo di frutti rossi maturi, vaniglia e tonalità aromatiche speziate. Infine all’esame gustativo risulta corposo, con tannini morbidi e persistenti.
PREZZO INDICATIVO
12 euro a bottiglia
CONTATTI
Loc. Casignano, 81 – Castelnuovo dei Sabbioni 52022 Cavriglia (Ar)
Tel 055/967090
Email: borgocasignano@gmail.com
DE..GUSTO NICE PEOPLE
De…Gusto, nuova rubrica di viaggio nel mondo enogastronomico aretino, vi porta a conoscere uno dei piatti tipici della cucina toscana, i pici, rivisitato dalla fantasia dello chef del Nice People.
DESCRIZIONE RISTORANTE
Il ristorante Nice People nasce nel 1988, con soci fondatori Di Ciocco Giuliano, Caparco Michele e Pomeranzi Roberto, come locale di puro intrattenimento “American Bar” con musica dal vivo. Nel 1992 entra in società lo chef Varignani Marcello ed il Nice People diventa un affermato ristorante, pur continuando la vocazione di locale di intrattenimento, come dimostra l’installazione di telefoni ai tavoli per permettere alla clientela di conoscersi ed interagire tra di loro, trascorrendo così una serata fuori dall’ordinario. Nel 1996 avviene un nuova piccola rivoluzione ed il Nice People si trasforma in pizzeria in virtù anche dell’acquisto di un altro locale. Nel 2002 avviene l’ennesimo cambio societario ed i soci rimangono Di Ciocco Giuliano e Caparco Michele. Attualmente il Nice People offre serate a tema, piano bar, concerti di musica jazz, oltre a deliziare i suoi clienti con pizze e piatti tradizionali, con la possibilità nel periodo estivo di cenare nell’incantevole cornice della più bella piazza di Lucignano.
Pici al sugo di nana e tartufo bianco
RICETTA E INGREDIENTI
Ingredienti per 4 persone:
40 gr di Tartufo bianco
300 gr. di Pici fatti a mano
1 carota, 1 gambo di sedano, 1 cipolla, 1 pizzico di prezzemolo
1 petto d'anatra( il peso 4 etti circa)
2 etti di macinato
5/6 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 bicchiere di vino rosso corposo
olio extravergine, sale e pepe
Preparazione
Fare un trito con carota, cipolla e sedano e mettere a soffriggere con 2 cucchiai d'olio. Nel frattempo togliere la pelle dal petto d'anatra, ridurlo a listarelle e poi a piccoli dadini. Aggiungere quindi al soffritto insieme al macinato e far dorare mescolando. Sfumare con il vino rosso ( Chianti ). Sciogliere il concentrato di pomodoro in un bicchiere di acqua calda e quando il vino si è completamente assorbito aggiungerlo alla carne. Salare e pepare e lasciare cuocere per 2 ore.
Per evitare che durante la cottura si attacchi, mescolare continuamente. Far cuocere i Pici in abbondante acqua salata (aggiungete anche un paio di cucchiai di olio nell'acqua così la pasta non si attacca), scolare e versare il tutto nel tegame del sugo aggiungere abbondante tartufo bianco e far saltare in padella per insaporire bene.
ABBINAMENTO VINO
In abbinamento a questo gustosissimo piatto viene proposto un Camargi I.G.T., dell’azienda Agricola Fabbriche di Lucignano. Di colore rosso rubino, all’esame olfattivo presenta un odore intenso e piacevole, con sentore di frutti di bosco e legni pregiati. Infine in bocca un buon sapore alcolico, armonico con sentore di legni pregiati.
Caratteristiche
- Zona di produzione: Lucignano (Arezzo)
- Terreno: Medio impasto calcareo con sasso.
- Vitigno: Sangiovese 85%, Merlot 10%, Colorino 5%
- Gradazione alcolica: 13,5% vol.
CONTATTI
Nice People
Via Giacomo Matteotti, 15/17
Lucignano Arezzo
0575836775
DESCRIZIONE RISTORANTE
Il ristorante Nice People nasce nel 1988, con soci fondatori Di Ciocco Giuliano, Caparco Michele e Pomeranzi Roberto, come locale di puro intrattenimento “American Bar” con musica dal vivo. Nel 1992 entra in società lo chef Varignani Marcello ed il Nice People diventa un affermato ristorante, pur continuando la vocazione di locale di intrattenimento, come dimostra l’installazione di telefoni ai tavoli per permettere alla clientela di conoscersi ed interagire tra di loro, trascorrendo così una serata fuori dall’ordinario. Nel 1996 avviene un nuova piccola rivoluzione ed il Nice People si trasforma in pizzeria in virtù anche dell’acquisto di un altro locale. Nel 2002 avviene l’ennesimo cambio societario ed i soci rimangono Di Ciocco Giuliano e Caparco Michele. Attualmente il Nice People offre serate a tema, piano bar, concerti di musica jazz, oltre a deliziare i suoi clienti con pizze e piatti tradizionali, con la possibilità nel periodo estivo di cenare nell’incantevole cornice della più bella piazza di Lucignano.
Pici al sugo di nana e tartufo bianco
RICETTA E INGREDIENTI
Ingredienti per 4 persone:
40 gr di Tartufo bianco
300 gr. di Pici fatti a mano
1 carota, 1 gambo di sedano, 1 cipolla, 1 pizzico di prezzemolo
1 petto d'anatra( il peso 4 etti circa)
2 etti di macinato
5/6 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 bicchiere di vino rosso corposo
olio extravergine, sale e pepe
Preparazione
Fare un trito con carota, cipolla e sedano e mettere a soffriggere con 2 cucchiai d'olio. Nel frattempo togliere la pelle dal petto d'anatra, ridurlo a listarelle e poi a piccoli dadini. Aggiungere quindi al soffritto insieme al macinato e far dorare mescolando. Sfumare con il vino rosso ( Chianti ). Sciogliere il concentrato di pomodoro in un bicchiere di acqua calda e quando il vino si è completamente assorbito aggiungerlo alla carne. Salare e pepare e lasciare cuocere per 2 ore.
Per evitare che durante la cottura si attacchi, mescolare continuamente. Far cuocere i Pici in abbondante acqua salata (aggiungete anche un paio di cucchiai di olio nell'acqua così la pasta non si attacca), scolare e versare il tutto nel tegame del sugo aggiungere abbondante tartufo bianco e far saltare in padella per insaporire bene.
ABBINAMENTO VINO
In abbinamento a questo gustosissimo piatto viene proposto un Camargi I.G.T., dell’azienda Agricola Fabbriche di Lucignano. Di colore rosso rubino, all’esame olfattivo presenta un odore intenso e piacevole, con sentore di frutti di bosco e legni pregiati. Infine in bocca un buon sapore alcolico, armonico con sentore di legni pregiati.
Caratteristiche
- Zona di produzione: Lucignano (Arezzo)
- Terreno: Medio impasto calcareo con sasso.
- Vitigno: Sangiovese 85%, Merlot 10%, Colorino 5%
- Gradazione alcolica: 13,5% vol.
CONTATTI
Nice People
Via Giacomo Matteotti, 15/17
Lucignano Arezzo
0575836775

DE..GUSTO CHIANTI COLLI ARETINI AZIENDA MANNUCCI DROANDI
De…Gusto, nuova rubrica di viaggio nel mondo enogastronomico aretino, vi accompagna in Valdarno in una delle più antiche cantine del territorio. dove ancora il rispetto della tradizione è il principio portante del lavoro della famiglia Mannucci Droandi, viticoltori da generazioni e veri propri artigiani del vino.
Descrizione Azienda
L’Azienda Agricola Mannucci Droandi trae origine dalle tradizioni agricole e vinicole di un po’ tutti i rami della famiglia. I Mannucci furono proprietari terrieri in Valdarno almeno dai primi del XIX° Secolo; i Droandi si ha certezza che dal XVIII° furono coltivatori in Carmignano e poi fattori, come il non dimenticato Lorenzo Droandi (esponente di quella élite di agricoltori moderni e preparati che si ispirava agli insegnamenti di Cosimo Ridolfi e di Bettino Ricasoli) che nella seconda metà del XIX° Secolo fu “ministro” (amministratore) della Fattoria del Borro in Valdarno, alla quale conferì la sistemazione giunta fin quasi ai nostri giorni. Attualmente è un’azienda a conduzione familiare, il proprietario Roberto Giulio Droandi è coadiuvato dalla moglie Maria Grazia Mammuccini (a sua volta figlia di agricoltori) e dai nipoti Andrea e Matteo Mammuccini. Il progetto dell’azienda ha come obbiettivo la qualità (del prodotto e del territorio) e per questo il lavoro si svolge, con l’aiuto di collaboratori qualificati, cercando di unire quanto di meglio possono offrire la tradizione da un lato e l’innovazione dall’altro, nell’intento di continuare nel migliore dei modi quanto le generazioni precedenti hanno saputo costruire. Integralmente condotta dal 2000 con il metodo dell’Agricoltura Biologica, è certificata Biologica dal 2003 ed è costituita da due corpi principali. Il primo, il podere Campolucci (toponimo di origine latina: “campo del bosco sacro”), è costituito da una grande casa colonica (già presente nei Catasti Granducali, è tuttora il centro aziendale ed ospita la cantina), da campi coltivati e da boschi ed è proprietà della famiglia Mannucci Droandi dal 1929, quando venne acquistato dai nonni materni Ezio Mannucci e Isabella Carafa. Il secondo corpo è il podere Ceppeto, costituito da vigneti e da oliveti piantati attorno ad una grande casa colonica di pietra squadrata (edificata nel XVIII° secolo sui resti di un antico romitorio) e circondato da folti boschi di querce e di castagni. Situato sul lato Ovest dei Monti del Chianti (comprensorio del Chianti Classico) e più precisamente sulla pendice Sud (350 m.s.l.m.) della collina dominata dal castello di Starda (Comune di Gaiole in Chianti, Provincia di Siena).
Il vino
Da tre generazioni coltiviamo i nostri vigneti di Caposelvi e ne vinifichiamo le uve, ma soltanto dalla vendemmia 1998 abbiamo deciso di affrontare il mercato in prima persona: mettendo a frutto l’esperienza, abbiamo iniziato ad imbottigliare il vino. Abbiamo puntato tutto sulla qualità, cambiando talvolta la nostra stessa mentalità e quella dei nostri collaboratori: abbiamo selezionato i vigneti ed effettuato potature molto corte, abbiamo diradato i grappoli e scelto le uve, prima nel campo e poi in cantina, dove tanti anni di pratica ci hanno consentito di governare al meglio le fermentazioni. L’affinamento in barriques (con l’esclusione di legno nuovo per salvaguardarne la personalità) e poi in vetro, completano il lavoro. Cerchiamo un vino morbido e fruttato, espressione del territorio: le colline del Chianti, la Toscana. Il Chianti Colli Aretini d.oc.g, profumato e di buona struttura, è probabilmente un vino fin troppo impegnativo per quello che generalmente ci si può attendere da questa tipologia, essendo maturato per parecchi mesi in legno e poi in vetro. Proprio per questo potremmo dire… fortunato chi l’acquista perché riteniamo che si troverà nel bicchiere un vino superiore alle aspettative.
Sig. Roberto Giulio Droandi
Caratteristiche
• Zona di produzione: Podere Campolucci, è situato sulle pendici orientali dei Monti del Chianti (comprensorio del Chianti, sottozona dei Colli Aretini) ad un’altitudine di 250m.s.l.m., sulla sommità di una collina esposta a Sud che guarda l’antico borgo fortificato di Caposelvi, nei pressi di Mercatale Valdarno (Montevarchi, Arezzo).
• Terreno: quindici ettari di terreno alluvionale, sabbioso limoso di medio impasto, ottimamente esposti, ad una altitudine media di 250 m.s.l.m., assicurano le migliori condizioni produttive che, unite a scelte agronomiche adeguate (conduzione del terreno parte con lavorazioni minime e parte con inerbimento permanente, allevamento a cordone speronato corto, gestione della chioma in estate, diradamento dei grappoli, sfogliatura e vendemmia in vari passaggi), garantiscono uve di qualità elevatissima.
• Vitigno: Sangiovese 90%, Canaiolo 5%, vitigni tradizionali a bacca rossa 5%.
• Vinificazione: Le uve scelte sono state diraspate e pigiate delicatamente e poi vinificate in tini di media capacità (50/100 ettolitri), con macerazione prolungata (20 giorni) e gestita tramite rimontaggi intervallati a délestages; dopo la svinatura e la pressatura soffice delle vinacce, la tempestiva effettuazione della fermentazione malolattica ha costituito la necessaria premessa per la successiva maturazione (10 mesi) in barriques di rovere francese (usate, oltre il 3° passaggio); infine, 3 mesi di vetro hanno completato l’affinamento.
• Gradazione alcolica: 14
Abbinamenti
Il migliore abbinamento è la bistecca alla fiorentina, mentre è necessario attendere una maggiore evoluzione del vino stesso prima di poterlo gustare con piatti più complessi come secondi in umido (per tradizione locale, carni bianche quali pollo o coniglio).
Parere del Sommelier (Matteo Mammuccini)
All'occhio si presenta rosso rubino, al naso si percepiscono profumi intensi ben riconoscibili di ciliege mature e di viole appassite, con sentori speziati di cannella e finale minerale (pietra focaia). Infine in bocca buone l'intensità e la persistenza, presenti l'acidità e la sapidità accompagnate da un tannino altrettanto ben presente e da una buona spalla alcolica, con una nota amaricante in chiusura.
Prezzo indicativo
7/9 euro a bottiglia (0,75 lt); 13/16 euro per la magnum (1,5 lt);
CONTATTI
Azienda Agricola Mannucci Droandi
Fraz. Caposelvi, 61
52020 Mercatale V.no (Arezzo)
Tel 0559707276
Fax 0559708735
E-mail info@mannuccidroandi.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Descrizione Azienda
L’Azienda Agricola Mannucci Droandi trae origine dalle tradizioni agricole e vinicole di un po’ tutti i rami della famiglia. I Mannucci furono proprietari terrieri in Valdarno almeno dai primi del XIX° Secolo; i Droandi si ha certezza che dal XVIII° furono coltivatori in Carmignano e poi fattori, come il non dimenticato Lorenzo Droandi (esponente di quella élite di agricoltori moderni e preparati che si ispirava agli insegnamenti di Cosimo Ridolfi e di Bettino Ricasoli) che nella seconda metà del XIX° Secolo fu “ministro” (amministratore) della Fattoria del Borro in Valdarno, alla quale conferì la sistemazione giunta fin quasi ai nostri giorni. Attualmente è un’azienda a conduzione familiare, il proprietario Roberto Giulio Droandi è coadiuvato dalla moglie Maria Grazia Mammuccini (a sua volta figlia di agricoltori) e dai nipoti Andrea e Matteo Mammuccini. Il progetto dell’azienda ha come obbiettivo la qualità (del prodotto e del territorio) e per questo il lavoro si svolge, con l’aiuto di collaboratori qualificati, cercando di unire quanto di meglio possono offrire la tradizione da un lato e l’innovazione dall’altro, nell’intento di continuare nel migliore dei modi quanto le generazioni precedenti hanno saputo costruire. Integralmente condotta dal 2000 con il metodo dell’Agricoltura Biologica, è certificata Biologica dal 2003 ed è costituita da due corpi principali. Il primo, il podere Campolucci (toponimo di origine latina: “campo del bosco sacro”), è costituito da una grande casa colonica (già presente nei Catasti Granducali, è tuttora il centro aziendale ed ospita la cantina), da campi coltivati e da boschi ed è proprietà della famiglia Mannucci Droandi dal 1929, quando venne acquistato dai nonni materni Ezio Mannucci e Isabella Carafa. Il secondo corpo è il podere Ceppeto, costituito da vigneti e da oliveti piantati attorno ad una grande casa colonica di pietra squadrata (edificata nel XVIII° secolo sui resti di un antico romitorio) e circondato da folti boschi di querce e di castagni. Situato sul lato Ovest dei Monti del Chianti (comprensorio del Chianti Classico) e più precisamente sulla pendice Sud (350 m.s.l.m.) della collina dominata dal castello di Starda (Comune di Gaiole in Chianti, Provincia di Siena).
Il vino
Da tre generazioni coltiviamo i nostri vigneti di Caposelvi e ne vinifichiamo le uve, ma soltanto dalla vendemmia 1998 abbiamo deciso di affrontare il mercato in prima persona: mettendo a frutto l’esperienza, abbiamo iniziato ad imbottigliare il vino. Abbiamo puntato tutto sulla qualità, cambiando talvolta la nostra stessa mentalità e quella dei nostri collaboratori: abbiamo selezionato i vigneti ed effettuato potature molto corte, abbiamo diradato i grappoli e scelto le uve, prima nel campo e poi in cantina, dove tanti anni di pratica ci hanno consentito di governare al meglio le fermentazioni. L’affinamento in barriques (con l’esclusione di legno nuovo per salvaguardarne la personalità) e poi in vetro, completano il lavoro. Cerchiamo un vino morbido e fruttato, espressione del territorio: le colline del Chianti, la Toscana. Il Chianti Colli Aretini d.oc.g, profumato e di buona struttura, è probabilmente un vino fin troppo impegnativo per quello che generalmente ci si può attendere da questa tipologia, essendo maturato per parecchi mesi in legno e poi in vetro. Proprio per questo potremmo dire… fortunato chi l’acquista perché riteniamo che si troverà nel bicchiere un vino superiore alle aspettative.
Sig. Roberto Giulio Droandi
Caratteristiche
• Zona di produzione: Podere Campolucci, è situato sulle pendici orientali dei Monti del Chianti (comprensorio del Chianti, sottozona dei Colli Aretini) ad un’altitudine di 250m.s.l.m., sulla sommità di una collina esposta a Sud che guarda l’antico borgo fortificato di Caposelvi, nei pressi di Mercatale Valdarno (Montevarchi, Arezzo).
• Terreno: quindici ettari di terreno alluvionale, sabbioso limoso di medio impasto, ottimamente esposti, ad una altitudine media di 250 m.s.l.m., assicurano le migliori condizioni produttive che, unite a scelte agronomiche adeguate (conduzione del terreno parte con lavorazioni minime e parte con inerbimento permanente, allevamento a cordone speronato corto, gestione della chioma in estate, diradamento dei grappoli, sfogliatura e vendemmia in vari passaggi), garantiscono uve di qualità elevatissima.
• Vitigno: Sangiovese 90%, Canaiolo 5%, vitigni tradizionali a bacca rossa 5%.
• Vinificazione: Le uve scelte sono state diraspate e pigiate delicatamente e poi vinificate in tini di media capacità (50/100 ettolitri), con macerazione prolungata (20 giorni) e gestita tramite rimontaggi intervallati a délestages; dopo la svinatura e la pressatura soffice delle vinacce, la tempestiva effettuazione della fermentazione malolattica ha costituito la necessaria premessa per la successiva maturazione (10 mesi) in barriques di rovere francese (usate, oltre il 3° passaggio); infine, 3 mesi di vetro hanno completato l’affinamento.
• Gradazione alcolica: 14
Abbinamenti
Il migliore abbinamento è la bistecca alla fiorentina, mentre è necessario attendere una maggiore evoluzione del vino stesso prima di poterlo gustare con piatti più complessi come secondi in umido (per tradizione locale, carni bianche quali pollo o coniglio).
Parere del Sommelier (Matteo Mammuccini)
All'occhio si presenta rosso rubino, al naso si percepiscono profumi intensi ben riconoscibili di ciliege mature e di viole appassite, con sentori speziati di cannella e finale minerale (pietra focaia). Infine in bocca buone l'intensità e la persistenza, presenti l'acidità e la sapidità accompagnate da un tannino altrettanto ben presente e da una buona spalla alcolica, con una nota amaricante in chiusura.
Prezzo indicativo
7/9 euro a bottiglia (0,75 lt); 13/16 euro per la magnum (1,5 lt);
CONTATTI
Azienda Agricola Mannucci Droandi
Fraz. Caposelvi, 61
52020 Mercatale V.no (Arezzo)
Tel 0559707276
Fax 0559708735
E-mail info@mannuccidroandi.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Iscriviti a:
Post (Atom)